Il Comunicatore tecnico tra percezione e realtà (parte 2)

Nella prima parte (se ve la siete persa la trovate qui) vi ho detto che ero giunto alla conclusione che ci sono due fattori determinanti che contribuivano alla cattiva percezione del ruolo del Comunicatore tecnico: 

  • la mancanza di formazione

  • la mancanza di strumenti adeguati

Comincio con il primo.

La mancanza di formazione

Per molti, anche per me, la formazione è stata una cosa del tipo: “ecco i manuali che abbiamo fatto fino ad adesso... falli uguali .. però per ieri”. E’ come insegnare a nuotare lanciando il pargolo in acqua, dicendogli di prendere esempio da quelli che sono a fianco e aspettando per vedere se sta su o va giù... Ho sempre avuto l’impressione che chi faceva il lavoro prima di me, non vedeva l’ora di sbarazzarsene e non solo … voleva farmi provare le stesse sofferenze. 

Con queste premesse, può risultare interessante fare manuali? Boh forse a qualche masochista ... 

Poi ...è arrivato Umberto Perer! 

Non è stato facile ... per chi conosce la persona, sa che lavorare con lui non è proprio una passeggiata. Come ci tenne a dirmi il responsabile del personale di Riello, poco prima di firmare il contratto di assunzione: “lei va a lavorare con una persona difficile, glielo dico prima perché non voglio avere pesi sulla coscienza” (grazie!). 

Umberto ha un approccio estremamente duro con le persone  ma quando lo si capisce, e ci vuole un po’ di tempo credetemi…, si capisce che è perché non sopporta il pressappochismo e di conseguenza pretende una resa altissima da tutti e oltre al resto… ha un vero “culto” per il manuale istruzioni.

Posso dire che una volta superato “l’esame finestra”, ho imparato tantissimo e soprattutto ho imparato ad amare la comunicazione tecnica ed il “lavoro ben fatto” tanto è vero che negli anni successivi ne ho fatta la mia attuale professione. 

Certo non tutti hanno l’occasione di lavorare con una persona come Umberto … e quindi? Quindi, per esempio,  ci sono le normative che ci possono aiutare almeno ad avere una guida per costruirci un metodo per la redazione dei manuali … ovviamente per il “lavoro ben fatto” non c’è una norma che lo insegna, occorre metterci del proprio!

Le normative di riferimento

Ho sempre pensato che le Norme tendessero a limitare la comprensione delle istruzioni imponendo tutta una serie obblighi e una quantità enorme di informazioni, certo con lo scopo di tutelare l’utilizzatore, che però alla fine rendevano il documento un “mattonazzo illeggibile”. Invece l’UNI ha emanato una serie normative che vedono la manualistica tecnica dal punto di vista comunicativo e nelle quali mi sono ritrovato e che ho “adottato” come linea guida per il mio lavoro.

Eccole:

UNI 10653: qualità della documentazione tecnica di prodotto. La norma definisce i criteri essenziali per assicurare la qualità dell'informazione che il produttore deve fornire ai destinatari , attraverso la documentazione tecnica di prodotto. (Ne ho parlato qui

UNI 10893: articolazione e ordine espositivo del contenuto. La norma definisce i criteri essenziali per l'organizzazione del contenuto dell'informazione tecnica di prodotto. (Ne ho parlato qui)

Ovviamente le norme non sono sufficienti, ma per me hanno rappresentato un ottimo punto di partenza per creare il mio metodo!

Poi oltre alla formazione, occorrono degli strumenti che semplifichino il lavoro al redattore … ma di questi ne parlerò nella terza parte dell’articolo.

…. continua nella prossima parte.

Parliamo anche di questo al Corso “Manuali perfetti” se sei interessato: Link

Se invece vuoi inviarmi un tuo manuale per una prima analisi gratuita: Link

PS. Se conosci qualcuno interessato a questi temi invitalo ad iscriversi alla Newsletter così mi aiuti ad aumentare la mia audience. Ecco il link https://www.ailatinetwork.com/iscrizione-newsletter

Indietro
Indietro

Il Comunicatore tecnico tra percezione e realtà (parte 3 e ultima). Strumenti

Avanti
Avanti

Il Comunicatore tecnico tra percezione e realtà (parte 1)