Ma come parli!
“Quella scritta ... in alto sulla pagina ... a sinistra ... che poi si ripete ... !?!?”
“La testatina?”
“Si ecco .. probabile ... “
Ecco uno stralcio di conversazione che mi vede protagonista (sono quello che non sa...) nel momento in cui ho approcciato il mondo dell’impaginazione editoriale, provenendo da un settore totalmente diverso.
Eppure nel tempo mi sono accorto di quanto questo modo di esprimersi sia diffuso anche da parte di persone che per professione e competenze dovrebbero parlare in maniera del tutto differente.
Utilizzare la terminologia corretta non solo fa risparmiare tempo ma consente di evitare incomprensioni e i conseguenti errori soprattutto se ci confronta a distanza come spesso avviene. Riporto alcuni elementi che mi hanno aiutato sperando che possano essere utili anche ad altri.
Elementi dell’impaginato
Gabbia di layout
Caratteri e composizione
Fonts (fonte, fonti): anticamente, i caratteri tipografici ricavati per fusione del piombo (lat. fundere). Attualmente, si dicono font i caratteri digitali utilizzati negli applicativi informatici.
Bastone: carattere lineare, senza grazie (sans-serif).
Giustezza: la dimensione (espressa in punti) della linea o riga di testo.
Riga tipografica: unità di misura tipografica pari a 12 punti. Equivale a 4,512 mm (Didot) o 4,217 mm (Pica).
Punto tipografico: Equivale ad 1/12 della riga tipografica ed è pari a 0,376 mm (Didot) o 0, 3151 mm (Pica. 72 punti sono pari ad un pollice (1″ = inc. = 25,4 mm).
Tipometro: strumento utilizzato per le misurazioni nell’industria grafica. Si tratta di un semplice supporto flessibile e trasparente (acetato) con scale graduate nelle varie unità di misura tipografiche e standard (mm, inc.).
L’interlinea: era la lama metallica che serviva a distanziare le linee di testo. Fa parte dei “bianchi” tipografici.
Bianchi tipografici: le parti non stampate della pagina.
Interlineatura: lo spazio tra le linee di testo. Lo standard prevede che sia pari alla misura del corpo-stampa.
Corpo-stampa: termine che indica la misura in punti della distanza tra la linea delle aste ascendenti e quella delle discendenti. Il corpo era, altresì, la misura del solo occhio del carattere (vedi la tavola anatomica) e corrisponde alla dimensione delle lettere minuscole. Attualmente per corpo si intende il corpo-stampa, compreso gli eventuali spazi bianchi sopra e sotto, cioè l’altezza totale di quello che era il blocchetto del carattere tipografico.
Tipografia: è l’arte della stampa nel suo complesso. Col termine si intende anche il sistema, ovvero il procedimento di stampa a rilievo (rilievografico) che venne messo a punto da Gutenberg e perfezionato nei secoli, sino ai nostri giorni. Attualmente è utilizzato solo in stamperie tradizionali, per produzioni particolari e di nicchia.
Asta: parte del carattere, ascendente o discendente. Può essere verticale, orizzontale, inclinata, mista, rettilinea o curvilinea. Lo spessore delle aste può essere uguale o diverso delle ascendenti rispetto alle discendenti.
Spaziatura: lo spazio tra le lettere che formano le parole e tra le parole che formano i righi di testo.
Crenatura (kerning): col termine si indica la riduzione dello spazio in eccesso fra coppie specifiche di caratteri, attuata al fine di diminuire spazi bianchi antiestetici e dare un aspetto più omogeneo al testo. Si applica prevalentemente alle cosiddette “coppie critiche” (come ad esempio AV o TA).
Sterlinatura: riduzione della interlineatura standard che è pari alla misura del corpo-stampa del carattere utilizzato per il testo in paragrafi.
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